venerdì 7 marzo 2014

L'ISPIRAZIONE DEL WEEK END. E LA BELLEZZA SECONDO EVE ARNOLD.



"Le fotografie si fanno con gli occhi, con il cuore e
con la testa" diceva Henri Cartier-Bresson...
ed è un principio che Eve Arnold ha sempre seguito.
Non ha mai voluto che le sue foto fossero solo "carine",

ma desiderava avessero uno scopo, che i volti delle 
attrici che fotografava dicessero la verità, prima
ancora di raccontarne la bellezza.


Penso personalmente che non ci sia nulla di più vero di 
una fotografia per raccontare la bellezza, tutta, e in
tutte le sue più camaleontiche forme e sfaccettature.

Ed il mio amore immenso per la fotografia ed assoluto
per la bellezza e per Marilyn Monroe, icona della 
bellezza senza tempo, e per la donna, prima che fotografa, 
Eve Arnold, si incontrano fino al 27 Aprile
a Torino, che celebra con una bella e ricca retrospettiva 
l'opera della fotografa Eve Arnold (prima donna ad entrare
nel club dei fotografi Magnum), a 2 anni dalla sua morte.

Gli 83 scatti in mostra, in bianco e nero e a colori,
ripercorrono le tappe più importanti e significative 
del suo lavoro di fotografia dal 1950 al 1984.
Il suo nome è legato a Marylin, dell'attrice fu fotografa 
ma soprattutto un'amica. 
Ma ritrasse anche volti dell'alta società e dei divi di 
Holliwood: Joan Crawford, Liz Taylor, Marlene Dietrich ma
anche politici come Indira Gandhi e attivisti come Malcom X.

Fotografare per Eve fu una sorta di antidepressivo, 

un modo per restare a galla nei momenti più bui della 
sua vita.
"Mi sento bene quando vicino a me c'è una macchina 
fotografica" le diceva l'amica Marylin, che continuò
a fotografare per 10 anni consecutivi. "Ho sempre voglia
di sorridere". 
E nessuno meglio di lei poteva capirla.
Quando perse suo figlio, a pochi giorni dal parto, capì 

che l'unico modo per restare a galla era continuare a scattare.
Per un anno intero fece avanti e indietro dal reparto
maternità di un ospedale immortalando i primi cinque
minuti della vita di un neonato:
fu una specie di catarsi per lei, fu come

immergersi nel dolore per riemergerne purificata.

E continuò a 56 anni anni, quando i suoi colleghi 
andarono in pensione, ad utilizzare la fotografia come
elisir di giovinezza, facendo le valigie e partendo
per il suo primo reportage in Afganistan.
Girando il mondo con la macchina fotografica a tracolla

e raccontando la violenza e la felicità, il pianto,
la morte e la gioia, i mille volti della vita.
Un giorno senza fotografare era per lei un giorno

perduto, come se non si fosse neanche svegliata.

Una fotografa eccezionale, che io adoro, che ricorderò 
sempre come la donna coi capelli bianchi che fotografa
il mondo col suo chignon ed il suo passo silenzioso.

Ma ancor prima una donna,
come tutte noi, come tante di noi, con la sua forza
e con le sue tante fragilità.

E neanche a dirvelo le mie valigie sono già pronte...






















                                       (Credits: Eve Arnold/Magnum Photos)


























































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